1 | Allora, Nasica, tu m’inviti, quando sai che in casa ho gli invitati. Ti prego di scusarmi: ceno in casa. (Marziale) |
2 | Aspro ama una donna bella, bella veramente. Ma egli l’ama ciecamente, di fatto egli dunque l’ama più di quel che veda. (Marziale) |
3 | Chi preferisce di donare a Lino solo la metà, piuttosto che prestargli l’intera somma, certo preferisce di perdere la metà. (Marziale) |
4 | Chiede il giudice le spese del processo, l’avvocato chiede l’onorario: penso, o Sesto, che convenga pagare il creditore. (Marziale) |
5 | Cinna, quando ti chiamo signore, non gonfiartene tutto: spesso così io rispondo al saluto anche del tuo servo. (Marziale) |
6 | Dopo i funerali di sette suoi mariti, Galla ha sposato te, Picentino: penso che tu voglia seguire i suoi mariti. (Marziale) |
7 | E’ sincero il dolore di chi piange in segreto (Marziale) |
8 | Fausto, non so quel che tu scriva a tante giovani donne: però posso dire quello che nessuna scrive a te. (Marziale) |
9 | L’uva è rigonfia d’acqua, flagellata da continui acquazzoni; oste, ammesso che tu ne avessi voglia, non puoi vendere quest’anno il vino puro. (Marziale) |
10 | La vita non è vivere, ma essere in salute. (Marziale) |
11 | Licoride, o Fabiano, ha seppellito ad una ad una tutte le sue amiche. Oh diventasse amica di mia moglie! (Marziale) |
12 | Mia moglie, o Gallo, mi scongiura di consentirle di avere un amante, uno solo, non due. Ma io non cavo a questo un occhio solo, ma tutti e due. (Marziale) |
13 | O Elio, nei tribunali non senza un guadagno tu sempre schiamazzi e dai sulla voce agli avvocati: gratis non lo fai, ti pagano, infine, per farti tacere. (Marziale) |
14 | O la più bella di quante furono e sono, ma la più sozza di quante furono e sono. Come vorrei vederti diventare meno bella, o Catulla, ma almeno più pudica! (Marziale) |
15 | Ora sei gladiatore e cavi gli occhi, prima eri oculista. Quello che ora fai da gladiatore, da medico l’hai fatto. (Marziale) |
16 | Paola brama di vedermi sposo, ma io non voglio sposarla; è già invecchiata. La sposerei, se fosse assai più vecchia. (Marziale) |
17 | Perché affliggi il tuo servo in croce, o Pontico, dopo che gli hai tagliato la lingua? Non sai che il popolo ora dice quello che il tuo servo tace? (Marziale) |
18 | Perché, Pontiliano, non ti mando i miei libri? Per non ricevere in cambio i tuoi! (Marziale) |
19 | Povero Cinna vuol sembrare: e di fatto povero è. (Marziale) |
20 | Sei bella, Fabulla, lo sappiamo, e giovane, e questo è pure vero, e ricca: chi potrebbe negarlo? Ma quando tu ti lodi di soverchio, né ricca sei, né giovane, né bella. (Marziale) |
21 | Sulle tombe dei suoi sette mariti la scellerata Cloe questa lapide pose: “Sono opera mia”. Si può essere più schietti di così? (Marziale) |
22 | Tra i popoli libici tua moglie è infamata, o Gallo, gravemente di un’avidità senza misura. Ma sono pure e semplici calunnie: essa non suol ricevere alcuna cosa. Che cosa dunque suol fare? Dare, dare sé stessa. (Marziale) |
23 | Tu dici di essere stata violentata, Senia, dai briganti: ma i briganti dicono di no. (Marziale) |
24 | Tu osservi in un bassorilievo dei pesci, illustre opera di Fidia. Sommergili nell’acqua: nuoteranno. (Marziale) |
25 | Tu scarichi il superfluo del tuo ventre in un infelice vaso d’oro, né, Basso, te ne vergogni. Tu bevi in un bicchiere, che è di vetro, cachi dunque a un prezzo più costoso. (Marziale) |
26 | Tu vorresti avere per sposo Prisco; non mi stupisco, Paola: sei saggia. Ma Prisco di te non vuol sentirne: ed è saggio anche lui. (Marziale) |
27 | Tutte vecchiotte sono le tue amiche, o brutte o più brutte delle vecchie. Sono queste le compagne che tu ti tiri dietro nei conviti, pei portici, nei teatri. Solo così, Fabulla, tu sei bella, solo così tu appari giovane. (Marziale) |
28 | Uno dei lati più spiacevoli della povertà è quello di renderci simili agli altri (Marziale) |